RIFLESSIONI SULLA NOSTRA SITUAZIONE POLITICA ED ECONOMICA - Studio Gaffino Sim Spa
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— RIFLESSIONI SULLA NOSTRA SITUAZIONE POLITICA ED ECONOMICA

Gentili clienti

Vorrei fare il punto sulla nostra situazione politica ed economica.

Purtroppo continuo ad essere molto cauto sui disegni politici messi in atto dal nostro Governo e sugli effetti economici e sociali che avranno nel nostro paese e, in qualche misura, nell’Europa Comunitaria.

Come già rilevato in passato, l’opposizione in parlamento è completamente assente. Invece è molto presente nei comportamenti dei mercati finanziari.

Gli investitori esteri sembrano non fidarsi degli orientamenti dichiarati dai nuovi governanti e sono venditori dei titoli fra i più significativi del nostro listino: Enel, Banca Intesa, Generali per esempio, tre aziende presenti nel portafoglio titoli di tutti i fondi internazionali. Difatti in coincidenza con l’avvento dell’attuale governo, questi titoli sono scesi anche a dispetto delle trimestrali eccezionali presentate di recente.

Questo è un segnale reale di sfiducia che, accanto alle vendite sui titoli di stato (a maggio 34 mld di euro sono stati venduti da investitori esteri e a giugno 38 mld), mette in luce i timori e le perplessità degli investitori esteri. Sono presenti anche fondi speculativi internazionali che hanno venduto titoli italiani allo scoperto (cioè senza possederli) e che sono pronti a forzare al ribasso i mercati al primo “passo falso” che il governo dovesse fare. Alcune fonti di stampa specializzata riferiscono: qualora nella legge finanziaria del settembre 2018 venisse oltrepassato il tetto del 3% del rapporto deficit/PIL si potrebbero verificare pesanti vendite sui BTP, e lo spread di rendimento tra BTP e BUND tedesco a 10 anni salirebbe dal 2,70% di stamattina (22 agosto) al 4,70%, cioè il rendimento del BTP 10 anni arriverebbe al 5%.

Bisogna sottolineare che il ministro Tria continua a ripetere in ogni occasione che la Legge Finanziaria non comporterà il superamento di tale limite, in ossequio agli impegni presi con la UE.

Ma in verità molti ne sono dubbiosi.

Tra questi c’è l’autorevole opinione dell’On. Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che richiama l’attenzione dei suoi colleghi sulle possibili reazioni degli investitori esteri in caso di non rispetto delle regole europee. In proposito si ricorda che una quota rilevante del debito pubblico e privato italiano è in mano proprio a tali investitori. E ciò rientra nelle regole di un mondo globalizzato.

Intendiamoci, noi non pensiamo che sia giunta la fine del nostro mondo.

Anzi, tutto continuerà come sempre. Ma temiamo che i nostri risparmi saranno sottoposti a maggiore volatilità nelle prossime settimane. A tal scopo, come già detto, abbiamo confermato in questo periodo estivo una strategia di gestione dei portafogli assolutamente “protettiva”, cioè tale da limitare i danni in caso di “turbolenze” a carico del nostro debito pubblico.

La caduta del ponte di Genova, con le tante vittime, è sicuramente inaccettabile per le molteplici conseguenze negative su un paese come il nostro che è stato da sempre un punto di riferimento per le costruzioni delle grandi opere in tutto il mondo. Ma si può fare una drammatica riflessione: è come se essa avesse aperto la strada ad una diversa politica economica poiché la finanziaria, pur essendo in linea con i patti europei, potrà ora contenere una richiesta alla UE di maggiore spesa infrastrutturale extra-bilancio, cioè di investimenti strutturali non rinviabili. Spese difficili da quantificare a tutt’oggi ma che sono nell’ordine di decine di miliardi.

Invece Il progetto legislativo del Reddito di cittadinanza e quello relativo alla c.d. Flat Tax verranno diluiti nel tempo, continuando a produrre annunci “elettorali” di riforme, nazionalizzazioni e quant’altro.

Irrinunciabile però la ricerca delle responsabilità di ciò che è accaduto a Genova!

Bisognerà attenersi di più ai contratti, ai rilievi e alle considerazioni fatte da i tecnici, prima di emettere “sentenze”. Nella riunione di Aprile convocata dalla società Autostrade, con rappresentanti di tutti gli enti preposti al controllo e alla supervisione, analizzando la relazione dei tecnici del Politecnico di Milano, nessuno propose di chiudere il ponte immediatamente, o di alleggerire il traffico, ma congiuntamente si decise di cominciare i lavori di ristrutturazione del ponte ad ottobre.

Eppure la responsabilità è state addossata interamente alla Società Autostrade (e quindi alla controllante Atlantia).

Le perdite in borsa sono state pesanti. È sembrato assolutamente prematuro decidere “tout court “ di revocare la concessione ad Autostrade. Atlantia è pur sempre una società italiana di grande prestigio, con migliaia di risorse umane al suo interno. Si rischia di recare danni irreversibili. Da un lato non si è analizzata la possibile “correità ’” degli apparati di vigilanza del ministero delle infrastrutture, dell’ANAS, ecc ecc. Dall’altro lato non si è valutato il costo enorme che si dovrebbe sobbarcare lo Stato Italiano (e quindi i contribuenti) in seguito alla revoca della concessione, cioè quello relativo all’obbligo di rimborso anticipato dei canoni per i prossimi 20 anni a favore del concessionario: lai concessione infatti scade nel 2042.

Gli impegni di spesa infrastrutturale potrebbero certamente provocare una ulteriore fuga di capitali dall’Italia verso l’estero nei prossimi mesi. Ma nessuno in Europa ha interesse a far diventare l’Italia la prossima “Grecia”, stante l’enorme debito pubblico e l’ingente ammontare degli investimenti industriali nelle nostre aziende da parte delle multinazionali estere.

Infine la volatilità che tutti si aspettano per i prossimi mesi autunnali potrebbe diventare un’occasione di acquisto su alcuni titoli di estremo interesse.

   Giuseppe Gaffino

 

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